Salita all’inferno

Anno: 1997 Pagine: 240 Salire per ritrovarsi all’inferno? Potrebbe sembrare un paradosso, ma è una realtà purtroppo ancora attuale se per inferno si intende la sofferenza e la morte. E se l’inferno è anche luogo di espiazione, trova ancora più credito il senso di questo racconto. Perché pecca l’alpinista accecato dall’ambizione, che pur di raggiungere i propri obiettivi mette a repentaglio la sua vita e quella di altri; come pecca lo sherpa che invaghito dai soldi li rincorre fino alla morte. Protagonisti di questi episodi sono infatti un alpinista e uno sherpa, Giulio e Pema Dorjee, due nomi casuali per altrettante figure che però ben rispecchiano la categoria di cui fanno parte. Inizialmente, come succede nella maggior parte dei casi, il loro andare in montagna è genuino e dettato rispettivamente da una sana passione e da un bisogno reale. Ma durante il loro cammino il vero valore si perde e senza volerlo si ritrovano sul percorso sbagliato: quello del volere sempre di più, dove la morte è continuamente in agguato e pronta a colpire senza pietà. E’ quindi una storia triste la loro, contornata di sofferenza, di frustrazioni, di dubbi e dolore, ma anche ricca di vita, di scoperte, di soddisfazioni e di emozioni portate dalla montagna e dallo splendido scenario dell’Himalaya. Una storia che dovrebbe fare riflettere e potrebbe aiutare chi ha smarrito “la strada” a riscoprirne i giusti valori.